Investire, si sa, è un mestiere non semplice ma alla portata di (quasi) tutti. Servono doti quali pazienza, curiosità, calma e stabilità psicologica per non farsi travolgere da eventi più grandi di noi, sia in caso di euforia dei mercati sia in caso di depressione.
Oggi vediamo la mia personale lista dei cinque aspetti che ogni bravo investitore dovrebbe ignorare nei suoi investimenti, attenendosi al piano senza distrazioni o colpi di teatro.
#1 – I consigli degli esperti
Qui rischiamo di aprire un dibattito enorme, per il semplice fatto che ogni figura coinvolta tira acqua al proprio mulino. Per come la vedo io, posto che nessuno ha la sfera di cristallo, ognuno di noi deve essere in grado di formarsi un’opinione su un titolo, su un’impresa o su un settore e quindi di sbagliare in autonomia. Non metto in dubbio che i consulenti finanziari siano abili e preparati, ma non dimentichiamo che vivono anche di provvigioni e di commissioni. Idem lo sportellista della banca che propone questo o quel titolo, tanto siamo tutti bravi a tenere buoni i clienti con un “è solo una fase, abbia pazienza”. Personalmente preferisco stare fermo, studiare, leggere e cercare di comprendere le dinamiche e le prospettive di un titolo o di un settore. L’importante è che ogni sbaglio commesso sia fonte di apprendimento e non di rabbia o di frustrazione.
#2 – Le notizie dei giornali e dei telegiornali
Il mondo della finanza è bello perchè si basa su alcune leggi immutabili. Una di queste è che non esiste un vantaggio, a disposizione di tutti, ma non ancora sfruttato. Mi spiego meglio: se in tv sentiamo che la trimestrale di Snam è migliore delle previsioni e ci precipitiamo ad acquistarne i titoli perchè pensiamo possano salire, siamo sicuri che milioni di altri investitori/fondi comuni/trader non abbiano già fatto la stessa cosa? Tradotto: i titoli inglobano già nel prezzo corrente le ultime notizie e anche le aspettative degli investitori.
#3 – L’andamento di breve termine dei mercati
Mi riallaccio a quanto detto in post precedenti: se pensi di investire oggi e diventare ricco domani, stai già partendo con il piede sbagliato. E se non sei in grado di sopportare un -15% il giorno dopo l’apertura del tuo dossier titoli, non iniziare nemmeno. Nel breve termine i titoli sono influenzati da innumerevoli fattori: economici, finanziari e per così dire anche “tecnici” (legati ad esempio a movimenti dei grandi fondi d investimento). I buoni titoli sono come i cavalli da corsa, si vedono nel lungo periodo. Il mercato valorizzerà quasi sempre un titolo con buoni fondamentali e punirà le bolle o le speculazioni. Purtroppo non sempre, ma quasi.
#4 – Le previsioni dei maghi
Spesso l’investitore medio pone grande fiducia nei vari modelli che utilizzano il tasso di sconto (molto brevemente un dollaro oggi vale più di un dollaro domani, per cui il dollaro di domani andrà attualizzato con un tasso di sconto). I maghi della finanza si lanciano in previsioni del tipo “questo titolo crescerà del 3,6% per i primi tre anni, poi del 5% e poi del 2%”. Sulla base di quali dati o di quali idee? Rimango dell’opinione che un titolo debba essere sempre valutato sulla base dei fondamentali di bilancio (ad es. capacità di vendere i prodotti, di generare liquidità, di investire ecc.).
#5 – Le mode passeggere
Qualche decennio fa erano le multiproprietà immobiliari, poi è stato il turno dei bitcoin. Ciclicamente viene fuori una moda e tutti a buttare i propri risparmi, allettati dai guadagni degli amici o degli early investors (ovvero quelli che sono arrivati prima di noi). Paradossalmente i titoli migliori (o i settori migliori) sono quelli più noiosi e meno soggetti a stravolgimenti. Coca-Cola vende una bibita gassata da decine di anni e continua a macinare utili e a distribuire dividendi. Terna si occupa di trasportare elettricità in un settore regolato dallo Stato. Davvero abbiamo bisogno delle criptovalute o dei derivati?